UniCT, le dimissioni (ritirate) del direttore generale finiscono in Procura

È stata l’associazione dei consumatori CODACONS ad aver formalizzato con un esposto le perplessità sorte intorno alla stranissima vicenda delle dimissioni-lampo presentate e poi repentinamente ritirate dal direttore generale dell’ateneo catanese Candeloro Bellantoni. È necessario, considerata l’importanza dell’istituzione coinvolta ed i livello di vertice del protagonista, fare chiarezza su voci sempre più insistenti circa l’opportunità di alcuni incarichi di staff della direzione generale oltre che sulla gestione delle “spese aggiuntive” di alcuni appalti in corso: per non dire di quanto denunciato da anni da questa testata e che ancora non trova risposte.
Torna al centro dell’attenzione quello che accade nelle ovattate stanze dell’ateneo catanese, confermando ancora una volta che se non si attua una netta cesura con un passato discusso e discutibile, sarà inevitabile continuare a trascinare la più importante istituzione formativa della città in una guerra al massacro.
Le segnalazioni su fatti a dir poco eclatanti e costati milioni di euro al bilancio pubblico dell’Ateneo sono stati denunciati da questa testata decine di volte, basta scorgere l’elenco in calce che ne riporta alcuni: non sarebbe ora di fare chiarezza e riportare a casa tutti quei soldi che sono degli studenti?La lettera di dimissioni del direttore generale Candeloro Bellantoni, divulgata con toni inquietanti ed accuse gravissime, per di più irresponsabilmente in piena campagna iscrizioni, ha destato più che perplessità, aumentate se possibile dalla misteriosa e risibile marcia indietro.
Punti oscuri che stanno alimentando le voci più fantasiose ma anche pericolose per il clima interno e la reputazione esterna dell’Università statale catanese.
Interrogativi raccolti dal CODACONS che ha chiesto alla Procura di Catania di avviare le necessarie verifiche, partendo da alcuni punti certi relativi proprio ai punti mai chiariti dal vertice amministrativo provando a conoscere i motivi per i quali certe risposte continuano a tardare.
Scrive il CODACONS: “Nei primissimi giorni di luglio, con lettera inviata al protocollo generale, il Direttore Generale dell’Università degli Studi di Catania, Dott. Candeloro Bellantoni, a distanza di un anno dall’insediamento, rassegnava le proprie dimissioni, (ritirate, dopo appena 24 ore) dall’incarico di direttore generale.”
“Bellantoni riferiva di aver dovuto tenere conto nella sua gestione di “richieste più svariate ed anche risibili”, nella speranza che ciò potesse “accelerare l’azione amministrativa”.
“Nella sua lettera – segnala l’associazione – si lasciavano intendere gravi condizionamenti, adombrando le “ragioni più assurde e bieche” volte al rallentamento della sua azione amministrativa ed affermando l’esistenza di “una prassi distorta e profondamente radicata nel tessuto amministrativo, fatta di continue e pressanti richieste prive di alcun fondamento logico-giuridico…il cui accoglimento condurrebbe lontano dai principi di imparzialità, buon andamento, efficacia ed efficienza.”
Adesso, il Codacons vuole vederci chiaro ed ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Catania, chiedendo di avviare un’indagine alla luce delle ipotesi di reato di corruzione, abuso d’ufficio ed omissione di atti d’ufficio.
Le dimissioni del direttore Bellantoni, poi ritirate, ha affermato l’avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Regionale del Codacons, impongono di approfondire e verificare la liceità dei comportamenti denunciati.
Il Codacons, negli anni scorsi aveva denunciato alla Procura numerose “irregolarità” e “stranezze” commesse all’Università degli Studi di Catania.
In particolare, le attenzioni riguardavano la gestione della vigilanza armata h 24 del cantiere “Torre Biologica, del parcheggio Zenone e gli uffici vuoti del polo tecnologico, la procedura per l’affidamento annuale del servizio di vigilanza e sorveglianza delle strutture del Centro Universitario di S. Sofia e delle strutture universitarie del centro urbano; l’appalto per i “Lavori di restauro e risanamento conservativo dei locali del Rettorato presso il Palazzo centrale di Piazza Università (costato 200.000 euro); ll Polo Medico-Biologico (c.d. “Torre Biologica”) e un appalto passato da 17 a 31 milioni di euro.
I riflettori erano stati puntati, inoltre, sulle diverse spese “pazze” per forniture e servizi che sarebbero state effettuate nel periodo estivo 2014. Tutte spese classificate come urgenti, svolte con il sistema dell’affidamento diretto, ordinate senza alcuna disposizione scritta, con urgenza “per le vie brevi”. Infine, sotto la lente d’ingrandimento del Codacons erano finite le Residenze Universitarie e un’incredibile transazione da 700.000 euro, a fronte di nessuna opera realizzata per l’Università di Catania.
Il Codacons, si chiede, quindi, se le dimissioni-rientrate- del Direttore Generale dell’Università di Catania abbiano nulla a che vedere con quanto denunciato in passato dall’Associazione.
Se leggo bene l’articolo le denunce risalgano ad anni fa. Quindi, dopo anni, la Magistratura avrà probabilmente accertato che è tutto regolare (anche se sud press indica scostamenti enormi negli appalti, che saranno veri ma che è perfino difficile credere). Non so se ci sono delle sentenze, ma dopo anni non ci dovrebbero essere delle carte?
Quindi forse le dimissioni, poi rientrate, del Direttore Generale dipendono da altro.
Come ho già scritto sarebbe comunque bene fare chiarezza da parte di tutti.
Io personalmente di QUESTA Magistratura catanese comunque mi fido perché non guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai potenti.
…PER NON DIRE…..
……per non dire di quanto denunciato da anni da questa testata e che ancora non trova risposte.
Caro Dott. Di Rosa, fino a questo momento gli unici ad essere stati denunziati siamo Lei ed io, e se per caso non lo sapesse, io sono stato denunziato più di Lei perché ho avuto anche la denunzia penale ! Sembra che quello che ha fatto incavolare Pignataro sia l’avere io scritto che nonostante tre sentenze della Magistratura, lui ( Pignataro ) continuava a tenere il posteriore ( non altro termine volgare ) appiccicato alla sedia. Quando, condannato, andrò al fresco, mi sentirò un po’ Giovannino Guareschi, padre letterario del compagno Peppone e di Don Camillo. Comunque, essendo Pignataro adesso, per fortuna, solo un privato cittadino, non vado oltre perché non potrei invocare l’articolo 23 della Costituzione. Mi auguro e gli auguro che, da buon docente qual è, dia il meglio di sé alla formazione degli studenti.
Sempre se ci fosse ancora , Shakespeare, probabilmente, al posto del famoso amletico “c’è del marcio in Danimarca” , dopo il molto rumore per nulla, scriverebbe “ c’è del marcio in ateneo “. Se del marcio c’è o meno, non lo so; ma il CODACONS, che tutela i cittadini, vuole saperlo; ed in nome e per conto dei cittadini, me compreso, ha il diritto di saperlo.
Faccio una banale considerazione: i fatti riportati dal dott. Bellantoni non possono che riferirsi alla precedente amministrazione, quella Pignataro. Pignataro è stato determinante nella elezione di Basile a rettore: dunque ? Rifacendomi ai Promessi Sposi non mi resta che dire “ Dunque ( chi sa ) parli !
Bella iniziativa del CODACONS ora la palla passa alla Procura, aspettiamo fiduciosi, nel frattempo all’Università ne combinano di tutti i colori.
Io sono preoccupata perchè lavoro all’Università (dovrei essere stabilizzata) e non so come finirà il mio futuro lavorativo.
Ci stanno prendendo in giro allungando sempre i tempi per la stabilizzazione.
Mi dispiace dirlo ma questa amministrazione fa “acqua” da tutte le parti.
p.s. Buon giorno prof. Condorelli, acqua da tutte le parti non è del tutto casuale……a buon intenditore poche parole.
Cara Carmela, immagino che Lei sia una delle precarie storiche della nostra università, probabilmente giovane ma non giovanissima; purtroppo a governare le sorti, in Italia, non è la meritocrazia, ma il codice genetico. Le università italiane, specie le facoltà mediche, sono governate dalle grandi famiglie; fortunatamente questo non succede a Catania, che potremmo considerare un’isola ( felice ) nell’isola: di conseguenza abbia fede, tanta fede….ovviamente nel Padreterno che, sfortunatamente, non è Rettore di alcuna università italiana.
E veniamo alla Magistratura: non sappiamo se ci siano indagini in corso e chi, se ci sono, riguardino; certo, stranezze nell’amministrazione Pignataro ce ne sono state, e tante. Forse a queste si riferiva il dottor Bellantoni ? Forse gli è stato chiesto un non luogo a procedere ? da chi e perché ? Come ho avuto modo di scrivere, ho molta fiducia nei giovani Magistrati perché sono idealisti, credono che possa esserci anche una Giustizia terrena, uguale veramente per tutti, potenti e poveri diavoli. Ma il dott. Ardita, al quale auguro buon lavoro, nella sua intervista sembra sia stato piuttosto scettico sulla reale uguaglianza di fronte alla legge; ed è questo che turba me e sicuramente moltissimi lettori. Certo sarebbe una bella cosa se ci fosse una inchiesta alla fine della quale il dott. Zuccaro comunicasse alla città che l’ateneo è stato passato ai raggi X e che tutto è risultato regolare. Significherebbe riacquistare fiducia nelle Istituzioni, quella fiducia che in questo momento vacilla e oscilla; come una Candelora ( di Sant’Agata ).
Auguri per il suo lavoro.
Bene ha fatto il Codacons a presentare un esposto alla magistratura per fare chiarezza su cosa possa esserci dietro alle dimissioni, poi ritirate, del direttore Bellantoni. E’ pensabile che i gravi condizionamenti lamentati nel corso di un anno, il rettore li abbia risolti in meno di 24 ore?
Dopo quelle dichiarazioni, con quale credibilità e prestigio il direttore generale ed il rettore possono continuare a svolgere il loro ruolo?
Se non lo ha già fatto, il Codacons presenterà analogo esposto alla magistratura per le plateali irregolarità del consiglio dell’ordine dei medici relativamente all’acquisto milionario (e alla ristrutturazione) della sede dell’ordine dei medici? E dire che, con la dettagliata documentazione pubblicata da SUDPRESS, (10 aprile) risultano evidenti ipotesi di illeciti.
Il Codacons ritiene che sia legittimo che, dopo aver pubblicato un bando che prevedeva l’acquisto di 1 edificio, poi il Consiglio dei medici senza alcuna spiegazione ne acquista 2 ?
Inoltre, come scrive SUDPRESS, il bando richiedeva l’acquisto di un edificio con una superficie di massimo 1000 mq, e invece poi il consiglio, senza alcuna motivazione, decide di acquistare un complesso con una superfice di ben 2000 mq senza minimamente pensare, fra l’altro, alle enormi spese di gestione che sicuramente porteranno ad un ulteriore aumento della quota che i medici dovranno versare.
-Il bando prevedeva espressamente che l’edificio fosse consegnato chiavi in mano e che le spese della eventuale ristrutturazione ovviamente fossero a carico del venditore. Invece dopo aver speso 2.800.000 di euro per l’acquisto di un edificio non agibile, l’Ordine decide di accollarsi le spese di ristrutturazioni previste per oltre un milione di euro.
-Il bando prevedeva dopo 330 giorni dalla firma dell’atto di vendita, la consegna dell’edificio pronto all’utilizzo. A distanza di oltre un anno e mezzo i lavori non sono neanche iniziati !!!
-E che dire della raccomandata all’Enpam con la quale si “chiede il finanziamento massimo erogabile per l’acquisto di un immobile da adibire a nuova sede dell’Ordine”, per la quale, si dichiara che sono stati già avviati appositi lavori di ristrutturazione per un edificio del quale invece, non si aveva la proprietà, e che poi (misteriosamente) non fu mai acquistato? (SUDPRESS del 10 aprile)
-Inoltre non è chiaro, sempre come riportato da SUD, il motivo per il quale i consiglieri dell’Ordine abbiano scartato altro immobile in via Rosso di San Secondo che, quello si, era praticamente chiavi in mano e ad un prezzo di gran lunga inferiore, dei due edifici di via Galermo.
Il Codacoms e/o le altre associazioni dei consumatori hanno o prenderanno iniziative in merito?
Caro Consumatore Incredulo, pur essendo fondamentalmente d’accordo con quanto Lei scrive, debbo farLe rilevare che l’ateneo viene finanziato dal danaro pubblico mentre l’ordine dei medici esclusivamente dal contributo dei medici. Quindi spetterebbe ai medici della provincia presentare una denunzia alla Procura della Repubblica e non al CODACONS che, nel caso dell’università, fa il suo lavoro. Purtroppo fra i medici circola poco testosterone: ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
P.S. Mi è stato detto che il prof. Biondi, lungi dal dimettersi dal consiglio dell’ordine, si è dimesso solo dalla carica di vicepresidente; o meglio così gli è stato “consigliato” di fare. Se fosse vero, aspetto che a darne la notizia sia Emilio Fede.