“Sulla sanità catanese occorre una commissione d’inchiesta”

Il cardiologo Beppe Condorelli, già docente universitario, interviene a commento della vicenda raccontata da Sudpress su quanto accade al Policlinico di Catania dove si permettono di non far operare il chirurgo toracico Marcello Migliore che dell’Università di Catania è professore ordinario…
Insisto sulla necessità di un controllo sull’attività delle medicine e delle chirurgie generali del policlinico; controllo da far effettuare da una commissione mista, formata da medici ospedalieri italiani (nordici e preferibilmente altoatesini) e di altre nazioni europee.
Chi sa e sa fare non ha alcunché da temere, anzi dovrebbe essere felice di avere una “certificazione” europea; ed altrettanto felici sarebbero i cittadini catanesi nel sapere che, in caso di necessità, finirebbero “in buone mani”.
Se le mani sono sì preziose, ma strappate alla vanga, alla vanga ritornino, con gioia di Salvini che agli extracomunitari vuole anteporre gli italiani.
La recente inchiesta della Magistratura ha dimostrato come si vincano i concorsi universitari; purtroppo i concorsi per materie cliniche, grandi famiglie a parte, si vincono solo sui titoli.
In altri termini nessun chirurgo deve dimostrare alla commissione giudicatrice (ma poi fatta da chi ??? ) di saper operare, e nessun medico di saper visitare e fare una corretta diagnosi; sfido chiunque a dimostrare il contrario.
Non intendo screditare nessuno e mi auguro che le mie siano ingiustificate preoccupazioni: ma si tratta di una questione di pubblico interesse.
Abbiamo più volte visto, e continuiamo a vedere, quanto spesso la Magistratura debba sostituirsi alla politica per moralizzare la cosa pubblica; e non mi sorprenderebbe che dopo l’atomica dell’ateneo scoppiasse anche l’atomica del policlinico.
Dunque Giampiero Bonaccorsi ed Antonio Lazzara si diano da fare per offrire garanzie ai cittadini.
Ed all’amico Avvocato ed Assessore Razza, dico che “Sarà Bellissima” deve riguardare al primo posto la sanità. Che per quel che vedo e sento in questo momento è tutt’altro che bellissima.
P.S. Nel marzo del 2014 l’attuale assessore alla famiglia Antonio Scavone mi citò in giudizio per diffamazione chiedendomi un risarcimento di un milione di euro. Il Giudice sentenziò, condannandolo, che la citazione in giudizio era del tutto ingiustificata perché, nei miei commenti su SUD, avevo toccato argomenti che riguardavano la gestione della sanità pubblica e quindi di grande interesse per la tutela di quel bene supremo che è la salute. Lo scrivo a futura memoria.
Beppe Condorelli, docente universitario da poco in pensione, è un cardiologo amatissimo dai suoi tanti studenti che ha formato per generazioni e ancora ricercato da molti pazienti. I suoi commenti su questa testata sono sempre tra i più apprezzati, talmente caustici e veritieri da suscitare spesso reazioni violente ed inconsulte da chi detiene poteri pubblici ritenendoli privati. Non ha mai rinunciato a dire la sua puntando l’indice contro quanto ritiene insulto alla decenza. Per questo, per la sua libertà di espressione posta a difesa del bene di tutti, ha subìto denunce penali per diffamazione e richieste di risarcimento in sede civile: tutte risolte vittoriosamente per lui e ad ignominia per chi ha tentato di intimidirlo. Sudpress con il prof. Condorelli ha recentemente condiviso la grande soddisfazione di essere prosciolti dalle accuse lanciate dall’ex rettore decaduto Giacomo Pignataro, poi interdetto e ancora indagato nell’indagine “Università Bandita”. Attendiamo con ansia, ancora una volta insieme, gli esiti del processo civile. Il prof. Beppe Condorelli è per noi, e sappiamo anche per molti dei nostri lettori, un esempio di cittadino consapevole e combattente che mette sempre firma e faccia al suo desiderio di una società migliore. E per questo noi con rispetto e ammirazione lo ringraziamo.
A me pare che ,anche solo per ragioni di giustizia,il prof.Condorelli dovrebbe pretendere lo stesso controllo,nell’interesse dei cittadini,per tutte le strutture ospedaliere dove esistono sia eccellenze che luoghi di espiazione per persone gia’ provate da dure esperienze di vita culminate in perdita di salute.Di sicuro queste note sono a conoscenza di chi dovrebbe vigilare tuttavia salvo le eccezioni la regola è quella di non prendersi cura di questi disastri.La società è cambiata profondamente di certo non in meglio da molteplici punti di vista tuttavia la sanità pubblica risulta essere patrimonio comune da difendere strenuamente non lasciando al caso il controllo della stessa.Non solo policlinico,può sembrare a torto qualcosa di personale ,ma tutta l’organizzazione attuale ed il reale funzionamento va’controllato.Troveremo molto da assecondare nell’interesse dei cittadini e tanto altro da correggere per lo stesso motivo.
Buongiorno ,non so se la testata bannerà il mio intervento ,cmq scrivo lo stesso!
mi duole evidenziare che la procedura delle prenotazioni non viene mai affrontata nella debita maniera ! mi meraviglio che questa testata ,,,attenta su molte tematiche ,è disattenta su tale argomento!
Voi sapete che un Soggetto con patologie invalidanti ,con cadenza annuale è obbligato a fare Rmn con Mdc per stati evolutivi!
Bene ogni anno ,cè sempre la stessa storia! Scrivere sempre al Ministero che per debito trasmette al Territorio !
quest’anno nonostante 2 Governi nel mezzo e 2 Ministri di cui Eccellenza territoriale per il suo operato e dopo tanti Proclami …ho prenotato giorno 8 cm tramite il CUP una RMN con Mdc Encefalo, data confermata 9 Agosto “2021”
Quindi se dovessi avere un Tia e rimango semideambulante ,i danni a chi li chiedo ?
oppure deve emulare cambiando codice prenotazione ?
oppure deve trovare amico ?
non comprendo questa leggerezza che viene applicata da parte dell’ente deputato ai suoi cittadini come se fossimo di serie B!
il malato.ci puo nascere ,ma ci puo diventare grazie ad interventi errati del 1972
nella vita ci vuole “coraggio” …e affrontare argomenit oggettivi
! p.s. Ho fatto la richiesta tramite i centri convenzionati della regione,tutti senza budget!
saluti
Sergio Porcarelli
Bisognerebbe chiederlo a tutti i vip politici che hanno scelto la provincia catanese per fare le loro belle passerelle e proclami perchè la sanità isolana è da sfascio (tranne diverse eccellenze).
Loro fanno riempire le sale con i soliti metodi del passaparola ai vicini di casa e seguaci falliti del galoppino locale e nel frattempo svuotano la Sicilia, facendo scappare i nostri ragazzi che non vogliono passare anni ad elemosinare ciò che dovrebbe essere un loro diritto… il futuro in questa terra.
Caro Galeno, se scrivo sul policlinico è perché conosco benissimo uomini, valori e virtù: senza dubbio alcuno le stesse cose valgono per gli ospedali con una differenza: come tutti sanno i primariati ospedalieri sono stati per così dire “guidati” dai politici per cui i concorsi si facevano nelle segreterie politiche; per averlo detto fui citato in giudizio e, ovviamente, assolto. Per il policlinico la responsabilità è esclusivamente dei rettori ed i Direttori Generali hanno dovuto accettare le imposizioni; ed anche per aver detto questo Pignataro ci ( SUD e me ) querelati, ovviamente perdendo. Non faccio di tutta l’erba un fascio, ma faccio un fascio della zizzania che va eliminata: universitaria o ospedaliera che sia. Quanto scrive il lettore Porcarelli non può che trovarmi totalmente dalla sua parte; esprimere solidarietà non basta, e spero che il qualcuno che può, leggendo i fatti, intervenga. I cittadini, per la sanità, devono essere tutti di serie A, indipendentemente da età ( oggi è d’uso trascurare gli anziani ), colore della pelle, stato sociale, condizione economica. Solo così una società potrà dirsi veramente civile.
A leggere la vicenda del chirurgo toracico che non trova spazio per poter eseguire interventi di alta chirurgia, c’è da rimanere basiti.
Credo di aver capito che tanti pazienti non possono essere operati e quindi costretti ad emigrare, perché al prof. Migliore non si da la possibilità di avere a disposizione sale operatorie e collaboratori che possano coadiuvarlo.
Ma ricordo che tempo addietro, SUDPRESS segnalò la incredibile situazione che si verifica al Policlinico: 4 reparti di chirurgia diretti da quattro professori.
A ciascuno di questi sono affidati reparti dotati di proprie strutture, uffici, ambulatori, con relativi aiuti, coordinatori infiermieristici, personale medico ed infermieristico.
Tutti insieme, questi 4 professori universitari, come rilevava SUDPRESS, sono riusciti ad eseguire appena 1.200 interventi l’anno. Per rendere l’idea basta confrontare questi numeri con gli interventi eseguiti in qualsiasi reparto di provincia.
Ovvia considerazione: Poiché è evidente che questi reparti, malgrado la dotazione di personale, eseguono un limitato di interventi, possibile che al prof. Migliore non possa essere affidato un reparto con relativa dotazione di personale? Perché non è stato fatto?
Come ha ricordato un lettore, oltre al grave danno che subisce chi ha bisogno di cure, vi è in danno economico per il policlinico
Dato che gli amministratori del Policlinico non sono né incompetenti né masochisti, vi è qualche inconfessabile motivazione che impedisca loro di ben operare?
SUDPRESS può chiederlo alle autorità regionali?
CARO GALENO,
condivido l’analisi e andro’ oltre:tutti colori i quali occupano posizioni apicali (professori ordinari, primari ospedalieri etc)dovrebbero ogni 3 anni certificare la loro idoneita’ al ruolo attrvareso non solo esami medici (anche tossicologici) ma anche attraverso una valutazione della capacita’ di eseguire personalmente gli interventi chirurgici della specialita’ di appartenenza. Basterebbe poco far fare loro un intervento e sottoporlo ad una commisione regionale o extraregionale purche’ l’intervento sia registrato e fruibile A CHIUNQUE NE FACESSE RICHIESTA onde verificare in quali mani si finisce. Va da s’ che se un dirigente apicale non e’ in grado di eseguire in prima persona gli interventi di certo non puo’ gestire i suoi collaboratori. Nulla di punitivo ma solo una banale certificazione di idoneita’ al ruolo
Mi risulta che negli USA tutti gli interventi vengano videoregistrati d’ufficio, come del resto tutte le telefonate.