Garibaldi Nesima: lunghe attese e bimbi al freddo al pronto soccorso pediatrico

E’ di appena due giorni fa la notizia della morte al Garibaldi Nesima, di una bimba di appena due anni per via dei postumi di un’infezione virale, almeno così si è appreso. A prescindere dalla cause di questa tristissima notizia, siamo andati a dare un’occhiata al pronto Soccorso pediatrico e mentre c’eravamo, anche ad altri reparti dell’ospedale. E le condizioni e soprattutto le opinioni delle famiglie dei piccoli pazienti sul pronto soccorso dedicato ai bambini non sono certo delle migliori: panche scomode, freddo, ore di attesa lunghe e visite veloci. I parenti dei bambini: “Aspettiamo troppo tempo, siamo come dei numeri”
Dopo il sopralluogo al Santa Marta, al Vittorio e al Garibaldi Vecchio, dietro segnalazioni di cittadini, è la volta del Garibaldi Nesima, dove ieri si è appresa la notizia del decesso di una bimba di due anni e mezzo. L’ospedale in questi giorni, è stato oggetto di segnalazioni da parte dei pazienti scontenti dei servizi in alcuni reparti.
Il nosocomio aperto da appena qualche anno è molto grande e raccoglie un ampio bacino d’utenza, quello di Nesima, Lineri, Misterbianco, ma anche Villaggio S. Agata e Librino, oltre che dei paesi vicini.
Al pronto soccorso pediatrico le sedie sono poche e di ferro, molto basse e con un incurvatura verso l’esterno, nella parte inferiore dello schienale, ritenuta molto scomoda dai pazienti che purtroppo sono costretti, nella maggior parte dei casi, ad attendere ore. Spesso mamme e papà devono aspettare in piedi con in braccio i loro bambini.
Una mamma si lamenta del freddo e ha dovuto portare da casa delle copertine per riscaldare il proprio piccolo e dell’ attesa troppo lunga a causa probabilmente del numero limitato degli operatori sanitari.
“Mio figlio di pochi mesi e con la febbre è entrato dopo due ore e mezza circa da quando siamo arrivati e la visita è durata pochi minuti -racconta la signora Viviana- Inoltre, noi familiari aspettiamo ore al freddo con i bambini, stando fermi si sente di più. In definitiva, per quanto riguarda la mia esperienza personale posso dire che ci sentiamo trattati come dei numeri”.
Ma in altri reparti la situazione non sembra essere delle migliori: una signora racconta il travaglio del padre anziano ricoverato a Urologia per più di una settimana e solo dopo qualche giorno si sono accorti che il catetere che gli avevano messo era troppo piccolo. “Mi chiedo come sia possibile che i giorni precedenti non lo abbiano controllato –afferma esasperata- La cosa brutta è che se il paziente in questione ha parenti che lo assistono è un bene, altrimenti viene lasciato a se stesso”.
Ma anche a Diabetologia c’è chi si sfoga raccontando le vicende personali: una signora, che si trova li per prenotare un controllo del diabete si lamenta che ha dovuto aspettare 8 mesi per un controllo precedente. “Non credo siano normali delle tempistiche così lunghe –afferma- andando avanti così vogliono spingerci a ricorrere per forza alle cure private? E chi non se lo può permettere cosa fa?”.
Proseguendo per i reparti dell’ospedale si notano alcune cose ambigue: nella torre c, all’inizio del reparto di Geriatria, l’anti-bagno è parzialmente al buio perchè uno dei due neon è fulminato, mentre il bagno dei disabili è completamente al buio.
Nel reparto di Otorinolaringoiatria c’è una sala d’attesa, con tanto di cartello, ma nessuna sedia in tutta la sala, solo un paio in un piccolo corridoio e poche altre in prossimità della porta del reparto.
Uscendo all’esterno dalla torre b c’è una zona con dei materiali da lavoro ammucchiati a terra per dei lavori in corso, con tanto di cartello e rete divisoria, ma il tutto è tranquillamente accessibile. Le scale della torre C sono sporche e con le ringhiere completamente arrugginite. Presentano segni di logoramento al punto tale che in alcune parti si intravedono i ferri della struttura.
Insomma tra le lamentele dei pazienti e qualche criticità generale va avanti il Garibaldi Nuovo.
Le persone prima delle cose. All’Assessore avvocata Razza, su queste pagine, abbiamo dato tanti suggerimenti: fra questi, in primissimo luogo, la cultura medica, vale a dire esperienza e professionalità del personale infermieristico e medico. Sino a non molto tempo fa, le assunzioni sono state fatte in gran parte “politicamente”. Agli ambienti squallidi si può rimediare facilmente; al resto no.
P.S. Ieri sera ho assistito alla trasmissione di Giletti “Non è l’Arena” ed ho sentito un intervento di Miccichè sugli stipendi d’oro dei burocrati regionali. Mi sono vergognato di essere siciliano, e mi chiedo come questi soggetti possano continuare a fare politica, ammesso che di politica si tratti.
Taluni politici vengono calati dall’alto cosi come i posti nei listini blindati.
Un po come dice Lei con le nomine imposte in ambienti in cui la saggezza e le competenze dovrebbero essere basilari.
I risultati sono sconvolgenti.
Lei deve semi-vergognarsi, avendo la fortuna di essere semi-siciliano!
Piuttosto, dica qualcosa sul fatto di essere stato eletto Sindaco-ombra del comune di Catania.
E’ infatti vergognoso che questa città non sappia esprimere candidati “laici” per il rinnovo dell’amministrazione.
Per questa ragione dovremmo renderci conto di non avere il diritto di criticare e di parlare.
L’articolo, già comparso era qui:
http://www.sudpress.it/abramo-si-candida-sindaco-faccio-un-passo-avanti-discontinuita-bianco/#comment-126961