Consiglio Comunale: recordman, big e new entry

Giorni di fermento per il neo eletto Consiglio Comunale. Siglati gli accordi per le cariche di presidenza e vicepresidenza, i partiti che sono riusciti a varcare la soglia di Palazzo degli Elefanti si stanno riorganizzando internamente per arrivare ad esprimere le preferenze per il ruolo di capogruppo
A Palazzo degli Elefanti si scaldano i motori: volti nuovi e vecchi lupi si stanno studiando prima di sperimentare nuovi equilibri.
Ed è un consiglio rinnovato per due terzi dei suoi componenti quello eletto con la tornata elettorale del 10 giugno: su 36 eletti solo 10 i consiglieri “navigati” che hanno alle spalle precedenti esperienze amministrative, e di questi otto sono i riconfermati della precedente tornata elettorale.
Torna a sedere sugli scranni del Senato Cittadino nelle file di Con Bianco Per Catania il recordman Lanfranco Zappalà, ormai consigliere comunale di professione: ex socialista prestato alle file di Forza Italia prima e al Pd poi, Lanfranco Zappalà raggiunge quota sei mandati e 25 anni di presenza in Consiglio Comunale e torna a Palazzo degli Elefanti al fianco di Enzo Bianco e di Daniele Bottino.
Ritorna al suo posto anche Santi Bosco per Forza Italia: torna a Palazzo e anche a guidare il gruppo forzista in consiglio nonostante la situazione di totale stasi degli ultimi 5 anni sotto il suo precedente coordinamento.
Confermati anche Alessandro Messina in #DiventeràBellissima, il neo eletto presidente Giuseppe Castiglione e lo storico componente di Grande Catania Seby Anastasi. Ma ci sono anche Franco Saglimbene, che resta in Fratelli d’Italia e Andrea Barresi migrato da Grande Catania alla lista a sostegno del neoeletto sindaco In campo con Pogliese.
Ma ci sono anche due storici ritorni.
Da una parte Bartolomeo Curia, consigliere negli anni 2008/2013 nel gruppo Intesa per Catania e poi primo dei non eletti della lista del Megafono alle amministrative del giugno 2013.
Dall’altra Manfredi Zammataro di #DiventeràBellissima: nel 2008 quando siede per la prima volta a Palazzo di Città a soli 24 anni era il più giovane dei consiglieri comunali e il suo primato resta ad oggi imbattuto.
Consiglio rinnovato e giovane, ma non giovanissimo visto che sono solo cinque i consiglieri under 30: Agatino Giusti (Una scelta d’amore per Catania), Gabriele Nasca (M5S), Giuseppe Gelsomino e Francesca Ricotta (Catania 2.0) e Giovanni Petralia (Forza Italia).
Volti nuovi che dovremo imparare a conoscere e riconoscere. Speriamo di sentire presto i loro interventi in aula e di vedere un Consiglio Comunale più attivo e propositivo del precedente.
Non appena tutti i capigruppo saranno stati eletti, il presidente del Consiglio convocherà la prima riunione dei Capigruppo per stabilire la priorità nell’ ordine del giorno.
Per iniziare subito un grattacapo: occorrerà sicuramente rivedere il regolamento delle Commissioni Consiliari. Il numero dei consiglieri comunali è sceso da 45 a 36, ma non è stato riformulato in che modo si dovranno adeguare le Commissioni, decidendo quante ne resteranno e quanti consiglieri dovranno farne parte.
Mi sembra di aver capito che una buona parte degli eletti gestisce caf che per certi versi assomigliano ad agenzie di disbrigo pratiche? Praticamente questa è l’era di quelli che una volta chiamavamo “spurugghia facenni”?
Pertanto dobbiamo aspettarci grandi cose da questo consiglio visto il livello che ha raggiunto.
Grandioso, anche la giunta non è da meno.
A questo punto buon lavoro agli eletti e congratulazioni vivissime agli elettori catanesi per la l’intelligente e lungimirante scelta!
Contenti voi…
Come ha scritto in altro commento l’ingegnere Fiorentino, l’assolutamente nuovo, cioè i 5***** hanno peccato in programmi ed organizzazione. La responsabilità è limitata dal fatto che, non avendo alcuna esperienza politica, si sono comportati da ingenui, credendo nel sincero desiderio da parte dei cittadini di un radicale cambiamento. Che il cambiamento ci sia stato è indubbio, ma solo di casacche e di parentale generazione. Rossini, al quale un musicante aveva chiesto un giudizio sulle sue proprie composizioni, ebbe a dire: “Nella vostra musica c’è del bello e del nuovo, ma il bello non è nuovo, ed il nuovo non è bello”; nel caso del consiglio comunale, il bello non è nuovo e tanto meno vecchio. Di conseguenza dobbiamo aspettare ancora cinque anni perché si realizzi un totale mutamento, sempre che Catania sopravviva ad altri cinque anni di politica degli amici, e per gli amici degli amici degli amici. Come acutamente osserva un mio amico, la malapolitica ormai permea tutte le istituzioni, e fra queste, amministrazione comunale, università, ordine dei medici. Vi siete mai chiesti perché il direttore amministrativo dell’università abbia dato plateali e giustificate dimissioni per ritirarle subito dopo ? e perché Buscema ed i giapponesi resistano nella roccaforte dell’ordine dei medici ? e perché il rettore Basile tolleri il bando dell’ordinario a 3000 euro/ora ? Chi governa in realtà i ‘governatori’ ? I 5***** comincino sin da ora a preparare programma e lista perché non è detto che l’attuale sindaco e l’attuale amministrazione durino cinque anni. Con tutta la buona volontà del mio semicompaesano sindaco il quale, se è diventato sindaco, lo deve certamente a mille compromessi con chi lo ha sostenuto. E chi lo ha sostenuto non lo ha fatto certamente nel supremo interesse della città e dei catanesi: questa è l’unica certezza.